Coronavirus, come funziona il sequestro dell'auto se si violano le ordinanze
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il procuratore capo di Parma, Alfonso D'Avino, ha segnalato in una direttiva del 16 marzo scorso che, per le violazioni in seguito ai DPCM e ordinanze regionali, oltre alla denuncia potrebbe scattare anche il sequestro del mezzo privato.
Automobile a rischio, quindi, per chi viola le disposizioni ministeriali e regionali. La direttiva del procuratore capo di Parma, infatti, si basa su alcune sentenze della Cassazione sul fondamento del sequestro preventivo, che sarebbe deciso allo scopo di evitare il ripetersi del reato. Secondo la Procura di Parma, un veicolo a motore è fondamentale, se non addirittura essenziale, per andare fuori dal proprio Comune di residenza.
Il caso in questione ha però una "anomalia" dal punto di vista burocratico-giuridico: per non gravare sulle casse dello Stato, la Procura dispone infatti che il veicolo non venga affidato a un deposito giudiziario, ma in custodia allo stesso conducente.
A quel punto, quindi, il proprietario non potrà per niente usarlo, pena una denuncia per sottrazione di mezzi e cose sottoposti a sequestro. Le sanzioni non sono per niente lievi: si va dai sei mesi ai tre anni di reclusione, oltre a una multa dai 51 ai 516 euro (reclusione da tre mesi a due anni e multa da 30 a 309 euro se il reato è commesso dal proprietario del mezzo "ritirato").