Skoda, studi di aerodinamica per aumentare l’autonomia delle auto elettriche
Da un supercomputer e da Stoccarda, alle strade di tutto il mondo. ŠKODA sfrutta simulazioni virtuali e la galleria del vento dell’Università tedesca per capire a pieno l’efficacia delle batterie delle auto elettriche, facendo studi per aumentarne l’autonomia. Tra le varie situazioni che avvengono nella galleria del vento, c’è anche la decisione di applicare pellicola nera, adesivi e fili di cotone su una ŠKODA ENYAQ RS iV.
“Tracciando il movimento dei fili di cotone, si determina il flusso d’aria sulla superficie dell’auto” spiega Jiří Novák, che lavora allo Sviluppo Tecnico ŠKODA ed è il responsabile dell’aerodinamica della ENYAQ iV. Il target da raggiungere è semplificare il più possibile il flusso dell’aria intorno al veicolo: “L’obiettivo è ridurre al minimo il coefficiente di resistenza cd: così diminuiscono i consumi e incrementa l’autonomia” aggiunge Zdeněk Sloupenský, che si occupa dell’aerodinamica per tutti i modelli basati sulla piattaforma MEB. Questo è il secondo step, che arriva in seguito a un lavoro di sviluppo aerodinamico che viene effettuato dal supercomputer HPC che permette di avere simulazioni virtuali. “Lavoriamo sempre insieme durante lo sviluppo della vettura. Dalla discussione sulle linee e sulle proporzioni dell’auto alla definizione dei dettagli dei paraurti e degli specchietti retrovisori, tutto è importante. Un piccolo cambiamento che riduce il coefficiente di resistenza aerodinamica di un centesimo aumenta l’autonomia complessiva di 7 km nel ciclo WLTP. Nella guida in autostrada l’incremento è ancora maggiore” sottolinea Sloupenský, che poi spiega perché vengono effettuati i test su un’auto di pre-produzione, le cui forme sono ormai definitive: “Le norme del ciclo WLTP prescrivono di valutare tutte le configurazioni della vettura rilevanti dal punto di vista aerodinamico, comprese quelle opzionali come le ruote. Questi test vengono eseguiti sui modelli di pre-produzione”.